Scrivi Lettere
Antonella Pagano, pubblicista, Scrittrice
ODE ALLA MADRE |
C’è sempre un giorno in cui madre e figlio si diranno parole meravigliose.
Quando il mondo potè assistere a quello spettacolo, allo sgorgare caldo e musicale della vita….fu notte e giorno insieme. Fu meraviglia! Fu l’ancorarsi della vita al grande carro dell’Universo, l’essenza che ci genera e ci fa genere umano inesausto di gioia e incantesimi. Tu, madre, hai compiuto questa meraviglia. Fu il riconoscermi fra milioni di possibilità. Il mio farmi! L’ essere! L’unico irripetibile segno scritto sul pentagramma delle sottilissime preziose coordinate che mi generarono. E fu notte e giorno insieme, madre! Mi hai riconosciuto tuo figlio, con quel nome, quegli occhi, quel pianto, quel cordone che mi tenne uno con te e poi mi diede identità. Mi hai riconosciuto tra un milione di possibili identità e m’hai donato alla vita. Vita alla vita, nutrita del tuo latte e delle tue parole. Quelle tue parole sempre più dotte. Quei tuoi gesti sempre più eloquenti. I sogni che mi donasti perché li realizzassi; le utopie, perché fondassi io le nuove coordinate. Di tutto questo hai avvolto il giovane virgulto, madre! In un mare di tenera attesa e fertile libertà mi hai generato. Hai disposto su me una calotta di cielo, ricamato miriadi di costellazioni, mille e mille possibili vie di crescita mi hai indicato, possibili forme per essere adulto, infinite ragioni per amare, mentre…tu, ancora, sempre m’ami, sino a scrivermi: ….figlio coniato al genio della mia primavera! Figlio coniato di genio e fiori di pesco! Figlio mio di perla! Figlio di corallo! Figlio pescato al mare della terra mia. Figlio mio! Figlio pari al più bel figlio! Bellissimo germoglio! Figlio che ogni giorno voglio. Tu, mamma, sai darmi la notte e il giorno insieme; il perenne divenire dei giorni, la vita. Per questo, per tutto questo, a te mamma dono il mio sogno di figlio, il brillìo della stella mattutina che sempre illumini il tuo cielo e rechi perenne a me la musica dell’universo. Nel tuo grembo l’ho imparata, nell’universo che ogni mamma ha avuto in dono si ascolta e s’impara la musica universale; in quel grembo materno che è dono per tutte le generazioni. Qual dono per me son le tue parole, figlio! Di te son fiera! Fiera del vento! Fiera della terra! Fiera della tua fierezza, di quella chioma arruffata al vento della tua primavera, della tua chioma libera, del tuo sorriso avvinto al raggio di sole del mattino, io, libera del tuo camminare, del tuo volare libero, della tua libertà giovane, di te…libero dei tuoi giorni, figlio! antonellapagano maggioduemiladodici
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